soffre di una grossa indigestione
di
Olivier Gonet
dott. es scienza
 
 
 
Da sempre e fino all’inizio 
del XX esimo secolo, i popoli che hanno abitato sulle rive del Lago, hanno 
bevuto la sua acqua direttamente e senza sottoporla a trattamenti 
particolari.
 
Nel 1894, per aver la 
coscienza a posto, le autorità ginevrine dettero al dott. Massol, uno 
specialista in igiene molto noto all’epoca, l’incarico di controllare l’impianto 
di pompaggio e la qualità dell’acqua. Le sue conclusioni furono categoriche: 
"Ginevra è una città privilegiata perché l’acqua che serve alla sua 
alimentazione è, non solamente una delle più belle, ma anche una delle più pure 
che esistano"!
 
Qualche anno dopo nel 1904, il celebre Francois-Alphonse Forel, padre della limnologia (scienza dei laghi) aggiungeva: "Il Lemano fornisce un’acqua per l’alimentazione (quindi potabile) di qualità eccellente, uguale o superiore alle acque di sorgente. L’acqua del Lago è molto raccomandabile dal punto di vista igienico ".

 
secondo il pittore O. 
Gonet
(olio su tela 20 X 40 cm.)
A quel tempo lungo le rive, 
i passeggiatori col cappello di paglia, le camminatrici con ombrellini di seta, 
immergevano la punta del piede in un’acqua meravigliosamente limpida guardando 
in trasparenza il riflesso che le piccole increspature facevano danzare sul 
fondale di sabbia chiara.
 
Lungo la riva, il pittore Bocion disegna le lavandaie che strofinano i panni nell’acqua chiara. Dietro di loro, il bucato si dondola su di una cordicella tirata tra due pioppi, al largo le ultime barche a vele latine si inclinano nella brezza. Le case e la gente sono rimaste, pressappoco, le stesse da secoli.

 
Foce della Vuachère
Del pittore valdese
F. Bocion (1828-1890)
 
 
Dieci anni dopo, si contano 
di già, centocinquanta mila abitanti nel bacino del 
Lemano.
 
Nel piccolo mondo dei 
pescatori  e dei rari navigatori da 
diporto, ci si stupisce nel vedere che le praterie di alghe sono più folte di 
una volta. Ciò è strano ma non è poi molto grave.
 
Ecco la prima guerra 
mondiale.  Una pagina gloriosa di 
storia militare si gira. Dopo di che, gli anni ricominciano a scorrere nel 
tran-tran quotidiano.
 
La popolazione 
aumenta.
 
Parlando del Lago agli 
amanti di Scienze Naturali, qualche scienziato mostra dei timori. Nessuno li 
ascolta.
 
Una nuova guerra mondiale 
scoppia. Una nuova pagina militare stridente si gira.
 
Il Lago ora serve al 
sostentamento di  ben quattrocento 
mila anime.

Riparazione delle reti
disegno di O.Gonet
E improvvisamente... la 
catastrofe!
 
L’acqua si intorpidisce, la 
melma invade la spiaggia, una massa compatta di alghe si dondola 
pesantemente sulle onde. In estate i passeggianti inorriditi bagnano ora la punta del 
piede in una orrenda zuppa verdastra fatta di alghe marce, pesci morti, e quegli 
oggetti di gomma  che incuriosiscono 
i fanciulli. Alcuni giorni, il gran Lago malato esala il suo alito fetido sui graziosi sentieri 
accuratamente spazzati dagli impiegati municipali. Le piccole onde sollevate 
dalla lieve brezza della sera, sospingono e risucchiano l’ignobile fango nero di 
fogna.
 
Nel panico, si consultano 
gli ingegneri che si grattano la testa mantenendo un prudente riserbo. È che la 
natura ed i suoi inesauribili capricci non si lasciano facilmente  imbrigliare nel rigore di un 
ragionamento tecnico. 
 
Nessuno mai descriverà le 
bellezze della Reggia  di Versailles 
con delle misure geometriche, giammai nessuno racconterà il Lemano con delle 
cifre! Come si possono racchiudere in qualche formula tutte le straordinarie 
evoluzioni della sua vita? Ed è proprio la vita nel Lago che è stata disturbata 
in questi ultimi anni.
 
Si ha torto a parlare di 
inquinamento. Primo punto è un termine volgare. Inoltre è molto impreciso a 
causa di un uso ridicolamente eccessivo. Infine, ammettendo che ha conservato il 
significato abituale, si sarebbe  
portati a dire che il Lemano soffre del male opposto: Esso non è per 
nulla moribondo, ( in questo caso sarebbe assolutamente limpido) esso subisce, al contrario, una formidabile esplosione di 
vita.
 
Questa si chiama
"eutrofizzazione" ed è una malattia altamente preoccupante.
 
Tutto comincia per un 
arricchimento nelle acque del lago di prodotti fertilizzanti. Essi nutrono la 
vegetazione ancorata sui bordi e soprattutto le nuvole di colonie, verdi o 
brune, di microrganismi (il Plancton) che vivono galleggiando in superficie. 
Successivamente tutta la catena alimentare si trova rinforzata .  Anche i pesci 
aumentano.
 
All’inizio la pesca diventa abbondante e facile. Poi le specie pregiate, i salmonidi, si arrestano a favore di tinche, barbi, gobioni ecc...
 
 
Un esempio spettacolare di 
zooplancton
Comune nel lago 
Lemano
Circa 1,5mm.
 
A questo punto gli strati 
superficiali dell’acqua si intorpidiscono. D’estate, vicino alla superficie, la 
quantità di ossigeno aumenta mentre diminuisce in profondità. Da parte loro, i 
chimici, fatti i controlli sanitari, constatano che i loro campioni contengono 
ogni anno quantità maggiori di fosfati  
e nitrati fertilizzanti.
 
Ecco giunto il tempo delle 
dichiarazioni  a gran voce sul tema 
dei fosfati. Per alcuni anni i contribuenti rivieraschi non smettono di sentirne 
parlare e per loro, naturalmente, la parola fosforo diventa sinonimo di 
inquinamento. ( Cosa curiosa, davanti ad una tale attenzione mediatica, gli 
scienziati, a caccia di nuovi crediti, ne approfittano per aggiungere, con 
discrezione, i termini chiave delle loro proprie ricerche..mercurio..ozono...che 
non hanno alcun nesso con il Lago, ma poco importa, il pubblico non sa nemmeno 
cos'è….infine ! Non stuzzichiamo poi troppo questi poveri ricercatori, la loro 
vita non è per nulla facile. )
 
 
Solleticati dalla grande 
corrente di tutte le ipotesi fondate o bizzarre che corrono sul tema 
dell’ambiente naturale, gli  
archeologi, a loro volta, riesumano il ricordo di città orientali 
scomparse, sembrerebbe, per aver respirato il miasma velenoso di laghi gravemente 
eutrofizzati.
 
È il colmo 
dell’orrore!
 
Le autorità politiche non 
esitano più, e si lanciano nella costruzione sistematica di impianti di 
depurazione.
 
Ciò è per davvero molto 
costoso dunque molto efficace!
 
Ma, in fondo,  di che si tratta 
esattamente?
 
Un impianto di depurazione 
moderno non è niente altro che la versione industriale di una buona vecchia 
fossa biologica. Essa mineralizza le materie organiche e, nel migliore dei casi, 
trattiene una parte del fosforo contenuto nelle acque di 
fogna.
 
Questo è 
tutto.
 
Ora, bisogna sapere, che i sali minerali fertilizzanti la vegetazione lacustre, hanno tre 
origini, molto diverse le une dalle altre:
 
Ci sono quelli di origine 
naturale. Essi provengono dalle rocce e dalle ghiaie che le acque piovane 
sciolgono lentamente scorrendo. Non esiste, evidentemente, una tecnica capace di 
eliminarli e le polveri li incrementano.
 
Ci sono poi i sali minerali 
di origine "diffusa". Si tratta in particolare, ma non solamente, dei concimi 
agricoli. Secondo la topografia  e 
la natura dei campi coltivati, le acque piovane ne dilavano una parte e li 
riversano negli affluenti e poi nel Lago. Ora i procedimenti dell’agricoltura 
moderna provocano un aumento considerevole del consumo di fertilizzanti. Un  rapporto dell’UNESCO parla di un aumento 
del duecento per cento ogni dieci anni  
in Svizzera. Nessuna tecnica è capace di ritenere un tale  apporto.
 
C’è in fine il materiale 
organico di origine circoscritta. Si tratta di quello trasportato dalle acque di 
fogna. Solo questo viene trattato dagli impianti di 
depurazione.
 
 Ad essere molto ottimisti, 
ammettiamo che questo apporto di fertilizzanti rappresenti la metà della 
quantità totale. Senza immergere più oltre la testa nella grande minestra delle 
statistiche, già si vede molto chiaramente che se tratteniamo la metà di ciò che 
per altro aumenta del duecento per cento, non si può arrivare ad una 
diminuzione!
 
E per di più, non basta 
dissolvere le sostanze organiche, bisogna eliminarli  per via chimica e con 
la filtrazione. Ora, sfortunatamente, questa seconda fase essenziale della 
depurazione, è tremendamente costosa e molto delicata.
 
Per questa ragione e durante lungo tempo, si è proceduto a tale operazione solamente... in certi casi.
 
Per fortuna, al giorno d'oggi, questa fase supplementaria della depurazione si è generalizzata. Grazie anche alla disciplina consentita dalla popolazione nei riguardi dei fertilizzanti, la sua concentrazione nell'acqua del lago è diminuita un poco. Questa relativa diminuzione comincia a portare i suoi frutti. Penso poter dire con prudenza ed in maniera generale, che l'eutrofizzazione del lago si è un poco calmata in questi ultimi anni.

Disegno a penna di O.Gonet
                                                           
    
Per cercare di comprendere 
meglio l’inquietudine legittima dei naturalisti davanti a questa situazione, bisogna ora 
rassegnarsi a sguazzare  un po’ in 
qualche semplice nozione scientifica di  
limnologia. (Per più di precisione, consultare la documentazione
scientifica che completa questa web)
 
Come tutti sanno, la 
superficie del Lago si riscalda in primavera. La sua temperatura passa da 4° o 
5° gradi C° in inverno, a 20° o 25° C°  
in piena estate. Ma i sub lacustri sanno bene che questo riscaldamento 
riguarda solo gli strati superficiali. Al di là di qualche decina di metri, la 
gran massa del Lago resta fredda tutto l’anno. Fra quattro e un poco più di
cinque gradi secondo la stagione e la mineralizzazione dell'acqua.
 
La persistenza di questa 
enorme differenza durante numerosi mesi, si spiega molto semplicemente con le 
caratteristiche fisiche della stessa acqua: La sua trasparenza ai raggi, deriva 
dal colore della luce (dalla  
lunghezza d’onda). Il blu, il verde, il giallo penetrano relativamente 
bene, mentre il rosso e l'infra-rosso, i soli portatori di calore, vengono  bloccati 
rapidamente.
 
Questo perché la luce del 
sole, che è una mescolanza di tutti i colori, penetra nel lago a sufficiente 
profondità per colorarlo di blu, ma può riscaldare  solo i suoi strati 
superficiali.
 
D’altra parte, l’acqua è un 
cattivo conduttore di calore. Lo scambio di calorie tra la superficie e il fondo 
non possono avvenire per semplice contatto. Affinché il calore penetri nella 
massa stessa del Lago, bisognerebbe che le differenti masse d’acqua si 
mescolassero, ma per questo c’è bisogno dell’intervento di una grande quantità 
di energia. Ora, salvo nelle vicinanze delle foci dei corsi d'acqua e nelle zone 
mosse dalle onde, questa energia non c’è. La maggior parte del Lago si ritrova 
in uno stato di quiete quasi completa. Non c’è dunque nessuna ragione perché il 
calore penetri in profondità nel corso dell’estate. 
 
Il riscaldamento 
superficiale comporta, ben inteso, delle differenze di densità: l’acqua in 
superficie diventa tanto più leggera quanto  più è  calda.  Il Lago si stratifica dunque in piani di 
acqua rigorosamente ordinati secondo la densità crescente verso il 
fondo.
 
Essi galleggiano gli uni 
sugli altri.
 
A partire da questa
situazione, in estate, non si può più considerare il Lemano come una sola grande massa di 
acqua. Esso è, al contrario, una pila di sottili strati perfettamente distinti 
per temperatura e densità. E questi strati non hanno più scambi tra loro. Essi 
non si mescolano e non scambiano i loro composti chimici 
disciolti.
 
Durante tutta la bella
stagione, la 
vita del Lago dipende da questa rigorosa 
stratificazione.
 
Una delle forme più 
abbondanti e spettacolari di vita del Lemano è costituita dal “fitoplancton” . È 
costituito da microscopici vegetali, per la maggior parte unicellulari, che 
vivono liberamente sospesi nell’acqua, non ancorati. Quando si moltiplicano, 
danno al Lago quell’aspetto verdastro, tanto 
sgradevole.
 
Come tutte le piante verdi 
il fitoplancton ha bisogno della luce del Sole. Si trova dunque concentrato 
nello strato di acqua più caldo, di solo  
qualche metro di spessore, vicino alla superficie. Là utilizza tutti i 
tipi di sali minerali disciolti nell’acqua. Ora, se questi prodotti sono diversi 
e numerosi, alcuni fra loro sono al tempo stesso indispensabili alla vita delle 
piante e relativamente poco abbondanti nel Lago. È il caso giustamente dei 
fosfati e dei nitrati  e questo tali 
prodotti giocano un ruolo così importante  
nel tentativo di lotta contro 
l’eutrofizzazione.
 
Io stesso ho provato ad 
osservare  ed a  mettere in evidenza la relazione che 
corre tra questi prodotti e la vita del  
fitoplancton.
 
Per far ciò ho ancorato il 
mio vecchio veliero, provvisoriamente trasformato in laboratorio, al largo del 
grazioso delta della Promenthouse, vicino Nyon  e non mi sono mosso per i tre mesi 
estivi.

Una sosta sul Lemano
Olio su tela di
 
Da questa piacevole 
postazione, ho osservato giorno e notte la trasformazione della stratificazione 
termica, ed ho prelevato, fino a  
trenta metri di profondità, numerosi campioni di acqua sui quali ho 
analizzato la quantità di fosfati, nitrati, ossigeno ecc…. Ho completato questi 
dati con l’analisi  al microscopio 
delle specie planctoniche dominanti e più diffuse.
 
Quindi ho riportato tutti i 
risultati su di un grafico; in verticale (sulle ordinate) la profondità alla 
quale ho prelevato i campioni; in orizzontale (sull’asse delle ascisse) le date 
dei prelevamenti ed ho ottenuto una incomprensibile minestra di dati senza un 
nesso comprensibile!
 
Fortunatamente me 
l’aspettavo! Sapevo che l’acqua del Lago è continuamente “scremata” dai 
venti.  L’acqua calda si accumula 
“al vento”, l’acqua fredda affiora “sottovento.” Quando soffia la "bise", per 
esempio, gli strati di acqua calda si ispessiscono a Ginevra e si assottigliano 
a Villeneuve. Quando il vento cambia e soffia da ponente, accade il 
contrario.
 
Per confrontare ciò che è 
paragonabile, si dovevano dunque rimettere tutte le misurazioni ottenute, ad una 
profondità teorica, quella di un lago che non avesse subito quell’effetto di 
altalena prodotto dai venti.
 
Non voglio entrare nei 
particolari di una tecnica molto complicata che ho descritto e pubblicato 
altrove (vedere 
documentazione scientifica). La evoco qui, solo  per spiegare il grafico  “profondità teorica - tempo” che ho 
finalmente ottenuto dopo aver ancorato il mio battello al largo della 
Promenthouse, e dopo ben tre mesi di pazienza. Esso illustra perfettamente il 
ruolo giocato dai fertilizzanti nella eutrofizzazione del nostro 
Lago.
 
    
 
Nel mese di maggio, la stratificazione termica del Lago è ancora fragile. Secondo le variazioni meteorologiche, si possono ancora avere degli scambi tra la superficie e la profondità. Ma fin dall’inizio di giugno, le divisioni termiche si affermano. Verso il 15 giugno appare la prima grande eruzione planctonica (si tratta dell’Eudorina Elegans)

 
Eudorina elegans
 
Il fosforo disciolto 
nell’acqua viene rapidamente utilizzato dall’alga planctonica che muore qualche 
giorno dopo. Essa lascia per tutto ricordo l’aumento di concentrazione 
dell’ossigeno in superficie.
Seguono allora alcuni giorni 
di tregua. Il Lago ritrova in parte la sua trasparenza, ma la concentrazione di 
fosforo aumenta di nuovo. 
A partire dal 5 luglio si 
raggiunge il culmine: una enorme esplosione di Asterionella 
Formosa.
Al microscopio è una piccola alga incantevole. Una stella a lunghe braccia delicate.
 
Asterionella formosa
 
Essa rimane  molto abbondante fino alla fine  del mese e la sua durata di vita 
corrisponde esattamente al periodo durante il quale l’acqua è ricca di fosforo. 
A partire dal 22 luglio, l’acqua si schiarisce lentamente, la concentrazione in 
fertilizzanti diminuisce, l’Asterionella muore.
 
A metà agosto, un forte temporale estivo, dilava le spiagge intorno e la Promenthouse ricarica il delta in fosforo. In poche ore una nuova fioritura di plancton si sviluppa. Questa volta è la Ceratium Hirundinella.
 
Ceratium hirundinella
 
 
Inutile insistere: i fosfati 
e i nitrati appaiono come due  dei 
fattori fondamentali che alimentano la anomala vegetazione del 
Lemano.
 
Sembra anche che la semplice 
mineralizzazione delle materie organiche negli impianti di depurazione non freni 
per niente questa esuberanza. Il fitoplancton è perfettamente capace di nutrirsi 
di fertilizzanti disciolti in una acqua limpida all’aspetto. 
Bisogna eliminarli 
chimicamente e…riflettere bene prima di riciclarli, non importa 
dove!
 
                                                          
*  *  
*
 
 
L’eutrofizzazione del Lago 
non presenta solo degli inconvenienti estetici. Essa fa scattare anche una serie 
di fenomeni dalle conseguenze spiacevoli.
 
Uno di essi, per esempio, 
riguarda la riserva di ossigeno del Lago:
 
Come tutti i vegetali il, il 
fitoplancton consuma  anidride 
carbonica e libera parte dell’ ossigeno. Negli strati superficiali colonizzati 
da vegetali viventi, la concentrazione di ossigeno cresce. Quando muoiono, i 
piccoli resti si depositano dolcemente sul fondo, dove formano uno strato che va 
putrefacendosi. Ora, i batteri che operano  
questa putrefazione consumano una grande quantità di ossigeno. Malgrado 
la massa considerevole del Lago, le sue riserve non sono più 
sufficienti.
 
L’ossigeno è un fattore 
biochimico fondamentale. La sua scarsità comincia col turbare l’equilibrio 
delicato che controlla la vita del Lago.  
D’altra parte, i meccanismi normali della putrefazione aerobica, sono 
rallentati poi interrotti per mancanza di ossigeno e il fondo del Lago si 
ricopre di una melma ignobile, ricca di materiale 
organico.
 
Col sopraggiungere 
dell’inverno, la stratificazione termica del Lago si azzera. Le prime notti 
fresche raffreddano le molecole d’acqua della superficie che si appesantiscono e 
colano per raggiungere gli strati più profondi, quelli che corrispondono alla 
loro nuova temperatura e densità. Durante la loro discesa, queste particelle 
provocano dei movimenti microscopici ma sufficienti per amalgamare il lago in 
uno spessore via, via più grande.
 
Questi rimescolamenti tra 
gli strati d’acqua, fanno evidentemente risalire una parte dei prodotti 
fertilizzanti rimasti tutta l’estate nelle zone più profonde. Questo provoca una 
nuova proliferazione vegetale. È l' ultima dell’anno, più tardi, la temperatura 
troppo bassa, impedirà nuovi sviluppi di fitoplancton. 
 
Per tutto l’inverno il lago 
serberà la sua limpidezza.
 
Così, questo grande 
rimescolamento di strati d’acqua, provoca  
la risalita dei prodotti fertilizzanti  ed al contrario trascina verso il fondo 
l’ossigeno accumulato in superficie dalla vita delle piante . 
 
Giungendo  sulla fanghiglia  del fondo, questo ossigeno riattiva 
immediatamente la putrefazione aerobica. I batteri riprendono vita e trasformano 
la materia organica in anidride carbonica e sali minerali, quelli che vengono 
utilizzati dal fitoplancton in superficie.
(vedere documentazione 
scientifica).
 
Allora il dramma si 
definisce. L’eutrofizzazione comincia ad alimentarsi di se 
stessa:
 
Sulla superficie del Lago, i 
vegetali utilizzano l’energia solare per trasformare i sali minerali e 
l’anidride carbonica in materie organiche. Sul fondo, la putrefazione recupera 
l’energia liberando l’anidride carbonica e i sali minerali. Durante i grandi 
rimescolamenti invernali, questi ritornano ad alimentare una nuova generazione 
vegetale e, in primavera, il ciclo ricomincia.
 
Ben presto basterà un minimo 
apporto in più di fertilizzanti per mantenere l’eutrofizzazione. Quanto basta 
per compensare le perdite di ciò che parte nel Rodano, alla sua uscita a 
Ginevra, o  quelle dovute al 
sotterramento dei fanghi del fondo sotto le abbondanti precipitazioni 
organiche.
 
 
* * 
*
 
Così vanno le cose…e gli 
anni passano….anche se per cause meteorologiche (inverni più freddi o più miti, 
estati secche o piovose.) ci sono periodi di regressione, il nostro 
povero Lago non ritroverà rapidamente la salute che conobbe all'epoca di 
Forel.
 
Oggi è arrivato il momento :
bisogna migliorare la politica di risanamento del lago Lemano  messa in opera in questi ultimi anni. 
Certo, non si tratta di cambiare né di criticare tutto. Si tratta piuttosto di 
perfezionare 
ciò che è stato fatto, basandosi 
sui risultati ottenuti sino ad ora, con un intelligente programma di ricerca 
scientifica complessiva.
 
Con le grandi 
possibilità  delle tecniche moderne, 
i problemi, quando sono chiaramente definiti, possono essere  velocemente 
risolti.
 
Sventuratamente, i temi che 
bisogna affrontare per giungere a ciò, sono di un approccio difficile e poco 
spettacolare. Per mancanza di crediti sufficienti, di comprensione e di fiducia, 
la ricerca scientifica rischia di addormentarsi dolcemente all’ombra materna di una
Commissione Internazionale o sotto una eccessiva 
quantità di studi di dettagli, generalmente molto ben fatti, ma di cui la somma 
costituisce un insieme confuso di ben difficile comprensione per coloro che non 
sono specialisti e che, nel nostro paese, decidono alla fine le misure pratiche 
che bisogna prendere.
 
E pertanto, quale bell’argomento di sintesi, quale migliore ideale scientifico per un giovane rivierasco!

La foce del vecchio Rodano in inverno
olio
su tela del pittore O.Gonet
 
Come ha affermato il vecchio 
Juste Olivier a proposito del Lemano: “Una striscia dove la leggiadria e la 
purezza fanno a gara a modellare le sue sponde. Si curva, si infrange, si 
ingrossa, si allunga, si innalza o si abbassa  senza disturbare  né sparire mai. 
Armonia ! armonia !questo 
Lago è tuo.
Altri avranno lo splendore, 
la freschezza, la trasparenza e l’azzurro, rive scoscese, ombreggiate, ghiacciai 
e  fiori.
Ma nessuno ha i suoi 
paesaggi mutevoli e la sua  armonia. 
Nessuno ha tanto 
amore”
 
(consultare anche 
documentazione scientifica)
 
Ai lettori di questo sito: 
Non esitate a mandarmi le vostre osservazioni, a suggerirmi altri punti di 
vista, ad aggiungere qualche dato alla mia documentazione o, eventualmente,…a 
complimentarmi (cosa sempre molto piacevole). State certi che vi risponderò 
personalmente .