Le grandi glaciazioni

ed il lago lemano

 

*   *   *

                                                                                                       En Français

animazioni:   - la penultima glaciazione (Riss)

                        - l'ultima grande glaciazione (Wurm)

                        - il clima a l'età storica

 

Da almeno tre milioni di anni, il clima del pianeta non ha cessato di oscillare fra il caldo ed il freddo.

 

La penultima grande glaciazione, quella di Riss, cominciò circa 200 mila anni fa.

 

Il piccolo ghiacciaio del Rodano cominciò a crescere ed a scivolare. Spinse davanti a lui un mucchio di pietre, di tronchi d'albero strappati alle montagne. Il ghiaccio si accumulò su uno spessore di 1400 metri e venne ad inciampare sui declivi del Jura, anche lui trasformato in calotta glaciale. Quindi si divise in due masse: l'una scivolò al di là di Ginevra sino a sfiorare l'attuale periferia di Lyon, l'altra si allungò su tutta la Pianura Svizzera, sino a Soleur nella svizzera tedesca.

 

Al suo parossismo, la glaciazione congelò talmente l'acqua che il livello del mare si abbassò di più di 100 metri!

 

  Animazione della glaciazione di Riss

 

 

 

                                                                                      

 

 

 

Poi il sole ritornò sulla terra ed il disgelo cominciò. Si ebbero dei crolli di masse di ghiaccio, degli sgretolamenti di montagne. Lentamente il ghiacciaio del Rodano ritornò nella sua valle. I campi di fango fiorirono. Ecco apparve il muschio e poi l'erba. Fu una primavera!

 

Ma è solo un "intergliaciale". Presto gli inverni si rifanno più rigidi, le estati più brevi ed il ghiacciaio ritorna a stendersi sulla pianura.

 

Poi un nuovo riscaldamento seguito dal ritorno del freddo.

 

In totale tre episodi per la storia della sola glaciazione di Riss che si concluse  130.000 anni fa.

 

 

*  *  *

 

Segue un lungo periodo caldo. Talmente caldo che gli ippopotami salirono dall'Africa fino all'Inghilterra!

 

Poi venne una nuova glaciazione, quella di Wurm, che cominciò circa 70.000 anni fa, sarà l'ultima e quindi la più recente.

 

Animazione della glaciazione di Wurm

 

                                 

 

 

 

Un breve riscaldamento, 40.000 anni fa, permette all'uomo Neandertaliano di fissarsi nella regione.

 

Sono soltanto poche tibù venute dal lontano Est. Questi uomini accendono gran fuochi all'ingresso delle grotte del Salève e di Scex, vicino a Villeneuve. Con l’aiuto di pietre silicee forgiano armi primitive, gioielli rudimentali. Disegnano col sangue e col carboncino qualche immagine di animali. Ma devono affrontare l'ultimo periodo di gran freddo conosciuto, 20.000 anni fa.

 

Poi il ghiaccio sparisce bruscamente: il livello dei mari aumenta rapidamente, più di 4 metri al secolo! Il limite dei ghiacciai indietreggia di vari chilometri all'anno!

 

 

Numerosi animali, fra i quali il mammut, le renna, la pernice delle nevi, migrano verso il nord dell' Europa.

 

Allora il silenzio e l'abbandono invadono le rive selvagge del lago

 

L'ultima glaciazione ritirandosi, lasciò il lago Lemano più o meno come è oggi, ma la sua profondità, parzialmente riempita da morene e da sedimenti, fu ridotta a 300 metri circa, in un paesaggio raschiato dai ghicciai.

 

 illustri studiosi si sono interessati alle origini delle Prealpi: M.Lugeon, E.Gagnebin, H.Badoux  per parlare solo dei primi. Più modestamente io stesso ho redatto la mia tesi di Laurea sotto la guida amichevole di H.Badoux  e di E.Poldini.)Bibliografia

 

 

E poi il sole fece rivivere le piante e gli animali. All'inizio una povera vita: rachitica, flagellata dai venti freddi che soffiano ancora sulla polvere del disgelo, ma comunque una vita che si aggrappa alle morene, si trascina nelle valli, si arrampica lungo i fiumi ed i torrenti.

 

 

 

 

La calma delle origini

imaginata dal pittore O.Gonet

olio su tela (105 x 57 cm.)

 

 

Nello stesso tempo, nel lontano Mediterraneo, grandi civiltà nascono e si sviluppano. In Egitto, a Babilonia si inventa la scrittura, si costruiscono le prime grandi città del mondo caldeo: Ur, Mari. Delle città splendide, brulicanti e crudeli. Laggiù si inventa, si ride, si riflette, si gode  la vita.

 

Nella Svizzera Romanda, poche famiglie molto povere attraversano di nuovo la grande foresta, rioccupano la riva del lago e iniziano la costruzione dei primi villaggi su palafitte.

 

E’ l’inizio della lunga e misteriosa storia dei Lacustri

 

Ecco il paese di Vaud e la Savoia dell’era Neolitica. Ecco  i cervi ed i caprioli che corrono tra gli alberi: i faggi e gli abeti. Dei camosci, delle capre selvatiche si arrampicano sopra i fianchi. Degli stambecchi, delle alci   vengono a bere sulla riva del lago. In una radura ecco una famiglia di cinghiali, dei buoi muschiati.

 

I primi abitanti del lago si sono dovuti battere con l’orso bruno e con i lupi. Hanno difeso il loro villaggio e le loro provviste contro la volpe, il tasso, la faina, la martora, la puzzola, l’ermellino, la lontra e il gatto selvatico proveniente anche lui dall’oriente.

 

Ma la vita, malgrado tutto era facile. La grande foresta forniva in quantità piccola selvaggina: la lepre, i topi di campagna, il castoro, lo scoiattolo, il riccio e, nel lago stesso, all’ombra dei ponti del villaggio di palafitte, i pesci.

 

Attraverso innumerevoli generazioni, la vita degli uomini si stava lentamente perfezionando. I primi abitanti del lago erano cacciatori e pescatori. A poco a poco  impararono a disboscare per coltivare. I villaggi si sono così moltiplicati. Una curiosità…la loro posizione corrisponde a quella  dei paesi attuali: Cully, Lutry,Vidy, Saint Sulpice, Morges, Saint Prex, Rolle, Nyon Coppet, Les Pâquis, les Eaux-Vives, Nernier, La Coudrée, Thonon etc…

 

Nelle epoche più floride delle civiltà lacustri, alcuni di questi villaggi sono diventati molto grandi: La Morges lacustre fu abitata da una popolazione dell’ordine di millecinquecento anime. Evidentemente gli abitanti di una città così grande si dovettero dividere i mestieri e ciò è considerato dall’archeologo come un progresso decisivo nell’evoluzione di una società.

 

C’era il vasaio, che ignorando l’uso del tornio, foggiava l’argilla con le sue mani per fare vasi di tutti i tipi .Vi disegnava dei fregi rudimentali: a volte, semplicemente l’impronta delle sue dita, a volte dei galloni delle croci e delle croci uncinate. A quel tempo la croce gammata si ritrovava nell’arte di tutti i popoli: In Grecia come in India; in Giappone come in America e nessuno sa perché.

 

Con le corna del cervo, lo scultore lacustre foggiava delle frecce dentate, degli arpioni ma anche forbici e pettini. Dall’osso limava dei pugnali, dei punteruoli. Dal legno ricavava delle coppe, degli utensili (cucchiai, forchette). Il filatore conobbe l’uso del fuso per torcere il filo di lana. Il  tessitore possiede un telaio primitivo. Il carpentiere non costruisce solo i villaggi, sa anche scavare ammirevoli canoe di cui le più grandi misurano fino a dieci o quindici metri di lunghezza. Pressappoco  la stazza dei nostri yachts attuali sul lago.

 

 

 

Il piccolo mondo dei lacustri

secondo il pittore

O. Gonet

olio su tela  (60x40 cm. )

 

 

Nell’ultimo secolo i resti di una di queste imbarcazioni lacustri si trovavano ancora sepolti a metà, sul fondo del lago a Morges. Verso il 1820, alcuni giovani hanno creduto di poterla ripescare, ma vi hanno messo tanta forza, hanno tanto tirato che il relitto ha finito col rompersi in due parti. L’una, abbandonata sulla riva è marcita velocemente senza lasciare alcun ricordo.

 

L’altra, che era rimasta nel suo letto di melma, si conserverà perfettamente intatta. Con mille precauzioni essa fu recuperata nel 1877 e sistemata nel Museo Archeologico di Ginevra .

 

E’ certamente la più antica imbarcazione del lago.

 

Uno dei primi archeologi ad interessarsi ai Lacustri, è stato Desor. Egli passeggiava  un giorno in riva al lago quando incontrò una fanciulla che portava al polso un antico braccialetto lacustre. Le domandò naturalmente da dove provenisse il suo gioiello. Ella  rispose di averlo trovato sulla riva, tra due sassi, e senza immaginarne l’origine, gli aveva restituito spontaneamente la sua funzione antica di gioiello raffinato.

 

Poveri lacustri! Gli avvenimenti preistorici che hanno provocato la loro caduta e la loro scomparsa restano ancora oggi sconosciuti, per quanto io sappia.

 

*   *   *

Ma certo la vita continuó

 

*   *   *

Ecco l'evoluzione del clima a l'età storica

 

                                          

 

 

 

animatione: Etta Gonet

disegni e scenario: Olivier Gonet

L'autore avrebbe molto piacere a leggere i vostri commentari, critiche o suggestioni (e-mai: ogonet@ctv.es ). Vi assicuro che vi risponderà personalmente.

 

 (consultare anche Memorie di un naturalista )

Ritornare a "Nascita del lago Lemano"

 

Home

Le galee sul lago Lemano