Lago Lemano
di
Olivier Gonet
dott. es scienza
Il testo di questa web è il riassunto di un articolo publicato nel "Bulletin de la Societé vaudoise des Sciences Naturelles" nº 337, vol71, 1971. e nel "Bulletin des Laboratoires de Géologie Géophysique" dell' Università di Losanna nº191, 1972.
Ho potuto compiere le ricerche che ne sono la base, grazie all'aiuto del "fondo Nazionale della ricerca Scientifica e del fondo FOREL della "Société Vaudoise des Sciences naturelles"
I
- Il
problema:
Ben si sa
che le relazioni, fra il suolo sub-lacustre e l'acqua, esistono: Con la caduta
del plancton morto, i sedimenti superficiali si arricchiscono in materie
organiche. L'intensa attività dei
batteri che ha luogo nel suo seno, tende a mettere nuovamente in forma di
minerali, alcuni prodotti fertilizzanti apportati sotto forma organica ed a
riportarli in soluzione nell'acqua d' imbibizione.
Quando,
per effetto delle correnti, per esempio, la superficie del suolo sub-lacustre si
rimette in sospensione, i prodotti fertilizzanti che contiene, sono liberati
nell'acqua del lago dove servono alla alimentazione di una nuova generazione di
plancton. Ci si può chiedere se il fenomeno (che dipende da vari fattori), non
sia reso più facile in alcune zone del lago.
Visto che
tale soggetto non era mai stato studiato in maniera sistematica, ho dovuto
cominciare col mettere in evidenza i principali meccanismi che presiedono a
queste rimesse in sospensione.
II - La regione studiata
L'affluente Promenthouse, versando nel lago Lemano delle quantità considerabili di materiale detritico, col passare degli anni, ha creato un gran delta che si avanza di più di 1km² sul lago. La parte emersa di questo delta è poco abitata, generalmente coperta da boschi di pini, pioppi e faggi. Per quel che riguarda il corso d'acqua, il suo bacino di alimentazione è di circa 100Km². Non ci sono né dighe, né grandi città. L'attività della regione è quasi esclusivamente agricola, soltanto la piccola città di Gland può essere considerata come parzialmente industrializzata. La portata della Promenthouse è dell'ordine di 800 a 1000 l/s in piena estate. Arriva fra 2000 e 5000 l/s in primavera. Normalmente versa nel lago fra 200 e 300mg di fosfati al secondo, ma con abbondanti precipitazioni atmosferiche, può aumentare sino a 1000 o 1500mg/s.
Fig 1) la
regione studiata e la sua topografia sub-lacustre
III LA TOPOGRAFIA SUB-LACUSTRE
DELLA REGIONE
Una carta
topografica sub-lacustre della zona sud del delta, fu stabilita utilizzando una
eco-sonda registrante situata su una barca a motore i cui tragitti furono
orientati servendosi di tre
teodoliti situati sulla riva. La morfologia sub-lacustre del delta non rivela
particolari sorprendenti. Una specie di tavoliere, la "Beine" di 50 a100m di
larghezza e di 2 a 3m di profondità, segue la riva. Verso il largo, è limitato
da una brusca rottura del declivio. È la cima del "Monte" che si sprofonda, poi,
sino a 15 o 20m. Ancora più lontano dalla costa, la china diminuisce a poco a
poco sino a prendere l'inclinazione naturale del fondo del
lago.
L'unico
incidente topografico un poco importante, si trova alla foce stessa
dell'affluente: il letto di questo si prolunga sul fondo del lago con un piccolo
avvallamento di 1 a 2m di profondità, di 20 a 30m di larghezza e di 150m de
lunghezza circa. A partire dalla profondità di 12m, le forme di questo piccolo
avvallamento sub-lacustre si addolciscono sino a sparire.
A 300 o 400m dalla riva, l'eco-sonda rivela la presenza di qualche piccolo monticolo di 1 o 2m di altezza massima. Si notano nettamente su un fondo che è piatto e monotono. Per identificare questi rilievi, siamo scesi in "sub" su parecchi di loro ed abbiamo trovato resti di vecchi alberi probabilmente sradicati durante i temporali, caduti nel lago, scesi lungo il declivio del "Monte" e fermatosi lontano dalla riva.
IV - LA NATURA DEI DEPOSITI SUPERFICIALI SUB-LACUSTRI
Uno
studio dei sedimenti della parte occidentale del Lemano, fu pubblicata da E.
JOUKOWSKY e J. PH: BUFFLE nel 1938. Questo lavoro, diventato un classico,
descrive le variazioni dei depositi lacustri su un gran
spessore.
Tenendo
in conto gli obiettivi della mia ricerca, dovetti completare queste osservazioni
con uno studio più dettagliato dello strato superficiale del fondo del lago,
quello che si trova in contatto diretto con l'acqua, i pochi centimetri o
diecina di centimetri che sono suscettibili di ripartire in sospensione con il
movimento delle onde o con le correnti.
Dovuto
alla sua variabilità, si tratta di un soggetto molto difficile da studiare. Per
abbordarlo, ho utilizzato diversi metodi di cui alcuni sono nuovi e che conviene
di descrivere rapidamente.
a) Il metodo geo-elettrico ed i suoi
risultati
Sulla
terra ferma, il metodo geo-elettrico è ben conosciuto. Si utilizza
particolarmente per studiare i terreni Quaternari. È basato sul fatto che i
differenti tipi di materiale del sottosuolo sono caratterizzati dalla loro
resistività elettrica.
Normalmente, per misurare tale resistenza, si
chiude un circuito elettrico che passa attraverso la terra, con due elettrodi A
e B. La corrente circola nel mezzo spazio sotterraneo e crea delle differenze di
potenziale, misurate in ohm. Misurando l'intensità I della corrente emessa e la differenza di potenziale Dv fra due
elettrodi ausiliari M ed N, la resistenza apparente Pa, del sottosuolo, si
calcola facilmente:
Pa = K(Dv/I)
(formula
nella quale K è il fattore che dipende dalle dimensioni del dispositivo di
misura)
Fig 2) il metodo
geo-elettrico
Sul fondo
del lago, il problema si complica un poco. Trascinando gli elettrodi ABMN sul
fondo del lago, una parte della corrente I parte nel mezzo spazio occupato
dall'acqua del lago.
Poiché si
trattava di limitare l'esplorazione del sottosuolo allo strato superficiale,
potemmo limitare la lunghezza di emissione della corrente elettrica AB a 30cm. Per questo fatto, in quasi tutte
le misure, la lunghezza di emissione era irrilevante in rapporto alla profondità
dell'acqua. Si calcola, in effetti, che su un terreno omogeneo, la profondità di
penetrazione della maggioranza dei fili di corrente è minima. Ciò vuol dire che
per tutte le misure sub-lacustri fatte al di là di 15 o 20cm di profondità,
l'errore introdotto dalla presenza dell'acqua, si può calcolare in modo
semplice. È sufficiente considerare gli elementi seguenti:
-
La resistenza elettrica
dell'acqua (nei margini di errore ammissibili, la si può considerare
costante)
-
Il contrasto fra la resistività apparente misurata e
quella dell'acqua (è l'unico fattore del calcolo che varia da una misura
all'altra e che si deve prendere in conto
indipendentemente)
-
Il rapporto profondità
dell'acqua/dimensioni del dispositivo (questo è in generale quasi sempre
grandissimo e può essere considerato costante).
Dopo aver
trattato il risultato bruto delle misure secondo questo calcolo semplice, si
ottiene un insieme di dati geo-elettrici come si presenterebbero in assenza
dell'acqua del lago, l'umidità del sottosuolo rimanendo senza
modificazioni.
Fig3) La carta geo-elettrica del delta della
Promenthouse
Come
sempre in limnologia, la posizione topografica esatta delle misure, crea dei
problemi delicati. Per risolverli, una serie di boe furono messe a 500m dalla
riva ogni 100m, poi la loro posizione esatta fu notata col metodo della
triangolazione col teodolite. Una serie di punti di marchia furono stabiliti
sulla riva con della pittura, anche loro definiti con il teodolite. All'interno
di questa rete di punti vicini gli uni agli altri e ben visibili da lontano,
furono effettuate tutte le misure.
L'apparecchio di misura rimaneva a terra sulla
riva. Un battello a motore, dirigendosi verso una boa del largo, svolgeva al suo
seguito una lunga fune di 400m contenente
i quattro fili conduttori che rilegavano gli elettrodi allo strumento di
misura.
Le misure, con corrente alternata
lenta, si eseguivano, poi, ogni 5m riavvolgendo
la fune che trascinava sul fondo la sonda.
In questo
modo, facendo delle misure fra ogni punto della riva e tutte le boe situate al
largo, si ottengono una serie di profili geo-elettrici che sono riportati su una carta
topografica e che, incrociandosi gli uni con gli altri, permettono numerose verifiche ed assicurano
finalmente la gran qualità di
precisione e sicurezza della carta ottenuta.
A
condizione di effettuare numerose verifiche sui campioni prelevati nella regione
studiata, si può considerare che le zone in cui la resistività elettrica è alta
(più di 100 ohm/m), sono ricoperte
da materiale a granulometria grossolana come la sabbia o i ciottoli,
mentre quelle a resistività più
bassa corrispondono a materiale fino: argille, melma, ecc...
Con
questa base schematica, la carta geo-elettrica può essere utilmente usata per
estrapolare, su superfici grandi, le osservazioni in un punto che devono essere
fatte in immersione.
Lungo la
riva, sulla "Beine", sino a 2 o 3m di profondità, si trovano solamente sabbie e
ciottoli "puliti" volendo intendere con questa espressione: senza materiale
fino. Infatti sono continuamente agitati e puliti dal movimento continuo delle
onde.
Il limite
di questo tipo di fondo è rappresentato approssimativamente dalla curva che
unisce i punti di uguale resistività (120ohm/m).
A partire
dalla cima del "Monte", in direzione del largo, l'aspetto del fondo cambia. La
profondità è già troppo grande perché l'influenza delle onde si faccia sentire
direttamente. Il suolo è ricoperto da una pasta che sembra pesante e nella quale
si trovano mescolati materiali fini, a grande concentrazione organica (alcune
volte sino al 15%), e delle sabbie e sassi. Sul pendio, si possono osservare a
volte in immersione, dei piccoli archi di rottura che indicano la posizione
instabile dell'insieme.
Naturalmente, in queste zone situate a meno di 6 o
8m di profondità, tanto le osservazioni dirette quanto le misure geo-elettriche,
sono possibili solamente d'inverno o primavera. Infatti, più tardi nella
stagione, il suolo è ricoperto da una vegetazione più o meno abbondante di
macrofiti che impediscono il lavoro.
A di là
di una profondità di 15 o 20m, l'inclinazione del suolo diminuisce sino a dare,
in immersione, la sensazione di un fondo perfettamente orizzontale. A partire
dalla base del "Monte" sino a 100 o 200m verso il largo, si trova un accumulo
piuttosto vasto di materiali fini che si segnalano sulla carta geo-elettrica con
delle resistività particolarmente basse (meno di 30ohm/m).
Bisogna
aver visto in immersione questi depositi al loro posto naturale, per farsi una
idea obiettiva del loro comportamento nell'acqua. La prima impressione è quella
di una superficie solida. In alcuni punti, prendono la forma di strani poligoni
della dimensione di un piatto. Il fondo è piatto, nerastro circondato da un
piccolo bordo marroncino (ossidato?) di circa 1cm di altezza. È sufficiente
sfiorarlo con la mano, per sollevare una nuvola nera di vari metri cubici.
(Pensando
alla similitudine con la superficie della luna, ho provato a ricreare tali
poligoni gettando sul fondo degli oggetti di taglia differente, ma non sono mai
riuscito a imitarli. Forse si tratta di tracce di vita. Lo ignoro!)
Quando il
sub sorpassa la zona di deposito per esplorare più lontano, l'aspetto del suolo
non cambia. Di apparenza sempre compatto, ma pronto a mettersi in sospensione al
primo movimento, benché sia un poco meno volatile del precedente, ed è ancora
più monotono. Una vasta pianura interrotta qui e lì da qualche vecchio tronco
d'albero mezzo sepolto dal limo.
Le
resistività misurate in questa zona sono estremamente uniformi, 60ohm/m
dovunque. L'apparecchio di misura non trova più le piccole differenze
riscontrate nella zona precedente. (D'altra parte, le variazioni sono talmente
minime ed interessano delle zone talmente piccole, meno di 1m², che non possono
essere riportate su una carta a questa scala)
Alla foce
dell' affluente, la disposizione dei differenti depositi si complica un
poco:
In certe
occasioni (acqua fredda o molto carica) la corrente continua scorrendo sul fondo
del lago, sino a circa 150m. Questa corrente provoca naturalmente delle
perturbazioni nella massa dell'acqua lacustre. Per reazione, delle specie di
vortici lenti risalgono il pendio ai due lati della corrente. Quest'ultima è
sufficientemente forte per rimettere in sospensione i materiali fini che si
depositano normalmente sul fondo del piccolo valle o che sono trasportati
dall'affluente stesso. Per contro, i vortici sono sufficientemente lenti per
permettere, ai materiali fini e leggeri, di depositarsi ed accumularsi sui due
fianchi di questo valle sub-lacustre. Là ne aumentano il rilievo.
Le
osservazioni dirette in immersione confermano questa descrizione: il fondo dell'
avvallamento è costituito principalmente da depositi arenosi o granellosi, i due
depositi situati sui fianchi sono costituiti da foglie più o meno imputridite
portate dalla riviera, poi mescolate a della sabbia finissima ed alla melma.
Questo
fenomeno d'erosione sub-lacustre ha luogo raramente. In generale, la fusione fra
le due acque ha luogo alla foce stessa della riviera, nel momento in cui il
letto si allarga per aprirsi sul lago. Le misure di temperatura e di
conduttività elettrica dell'acqua lo dimostrano chiaramente.
Malgrado
ciò, all'occasione di piene eccezionali o in primavera, succede che il contrasto
di densità fra l'acqua del lago e quella del fiume, appesantita dalle materie in
sospensione, sia sufficiente per formare delle piccole "battaillières"(FOREL,
1892) a una diecina di metri della foce. In quelle occasioni è impressionante
vedere, attraverso l'acqua chiara del lago, l'insieme del fenomeno in azione,
incluso la formazione di due nuvole fangose sui fianchi della corrente
principale.
* * *
Prima di
tirare delle conclusioni d'interesse generale sulla base di questo documento, ho
effettuato delle misure similari, ma in zone più variate, lungo la costa, in
direzione del Nord - Est, su circa 6km.
Fig 4) La carta geo-elettrica sub-lacustre
della regione
Questa
carta è molto meno dettagliata della precedente. Malgrado ciò, ritroviamo
approssimatamene la stessa distribuzione dei depositi: i sedimenti più grossi si
trovano di preferenza presso la riva, mentre quelli a granulometria più fina
sono stati trasportati più lontano e specificatamente ai piedi del "Monte". Ma
ci sono delle eccezioni a questo schema. Probabilmente sono i primi indizi di un
fenomeno di cui parleremo più sotto, infatti avrò l'occasione di osservarlo "in
situ". Si tratta della migrazione di sedimenti depositati fra 0 e 30m di
profondità.
Durante
la stagione estiva, sul piano verticale, il lago è termicamente stratificato,
mentre orizzontalmente si può considerare omogeneo. I depositi che si formano (argilla, detriti
organici, plancton morto, ecc...) dovrebbero dunque trovarsi
in strati omogenei di melma, tranne alla foce degli affluenti. Ma questo non è
per niente il caso. Le carte di resistività lo mettono chiaramente in evidenza:
Le
anomalie capricciose che si riscontrano, non si possono spiegare se si prende
soltanto in conto l'azione delle correnti.
In un
primo tempo, questa interpretazione può sembrare d'una importanza secondaria, ma
al contrario, le conseguenze sulla vita del lago sono importanti. Perciò, prima
di esaminarle, è conveniente confermare l'esistenza di queste migrazioni
utilizzando nuovi metodi di osservazione.
b) Prelievo di campionari
fini
:
Uno dei
risultati più utili di una campagna di misure geo-elettriche, è di indicare i
punti in cui si potranno prelevare i campioni più rappresentativi: primo punto
nel centro delle anomalie, poi nelle zone di più gran interesse. Non ci si
immerge più alla cieca su un punto qualunque.
Il
prelievo deve essere fatto con gran cura, si devono ottenere campioni intatti,
in altri termini campioni che conservano ancora tutta l'acqua interstiziale e la
totalità dei sedimenti fini.
Per
eseguire questa operazione nelle migliori condizioni possibili, ho
utilizzato un cilindro di 5cm di
diametro e di 15cm di altezza, nel quale scivola un pistone ed il cui fondo è
mobile.
Il
prelievo si esegue direttamente in immersione. Dopo aver scelto la zona sulla
base delle indicazioni della carta geo-elettrica, il sub esplora i pochi metri
quadrati all'intorno, osserva le eventuali particolarità morfologiche della
superficie, sceglie il punto più rappresentativo della zona. Poggia
delicatamente il cilindro in posizione verticale con il pistone abbassato.
Lentamente, per non rimuovere il fondo, lo sprofonda nel suolo con il pistone
che rimane fisso all'altezza della superficie dove impedisce mescolanze
inopportune con l'intorno. Quando il cilindro si è affondato di un 10cm., un
sistema semplice permette di chiuderne il fondo e di staccare una carota
intatta.
c) Gli analisi chimici:
La
composizione chimica dei sedimenti superficiali non è costante durante l'anno.
Cambia con la natura e la quantità degli apporti solidi, dipende pure
dall'attività delle battérie che a loro volta cambia in funzione delle caratteristiche
fisico - chimiche dell'acqua del lago con la quale i sedimenti sono in contatto.
Insomma, il risultato dell'analisi di un campione di acqua, è rappresentativa
dello stato del suolo sub-lacustre, solamente per un dato momento, cosa che
complica l'interpretazione.
Durante
questo lavoro, abbiamo eseguito su una quindicina di campioni di sedimenti
prelevati a differenti profondità e differenti epoche dell'anno, una serie di
analisi. La media dei risultati ottenuti figurano qui
sotto:
Risultati medi di 15 analisi di sedimenti
superficiali:
In %
della materia secca
_____________________________________________________________
Materie organiche
.............9,6 % ( secondo i campioni, variano fra 6 e 12 %)
Perdita al fuoco (CO2) ..............18,9%
(variabile
da 15 a 23 %)
Silice e insolubili
.................38,1 % (variabile da 31 a 46
%)
Calce
(CaO)......................... 21,5 % (variabile da 16 a 27
%)
Magnésie
(MgO)
....................1,2 % (variabile da 1,1 a 1,4
%)
Carbonato di calcio
..............40,4 % (variabile da 30 a 50
%)
Ferro (FE2O3)........................... 2,6
% (variabile da 1,9 a 3
%)
Allumina (Al2O3) ....................6,3
% (variabile da 5,6 a 7
%)
Magnesio (MnO)..................
0,03 % (variabile da 0,02 a 0,05
%)
Solfati (SO3).......................... 0,4%
(variabile
da 0,2 a 0,6 %)
Fosforo totale (P2O3)............ 0,4%
(variabile
da 0,3 a 0,5 %)
Azoto organico (N)
................0.60% (variabile da 0,4 a 1.2 0
%)
___________________________________________________________
d)
Le
analisi di granulometria
La
granulometria dei sedimenti, dipende poco dalle attività delle batterie, si
stima che ha una grande influenza
sulla resistività elettrica. Per queste ragioni si considera meno difficile
l'analisi di granulometria di un campione che l'analisi
chimica.
Era
importante scegliere un metodo di analisi semplice e di esecuzione rapida. In
effetti l'analisi della frazione finissima dei sedimenti essendo sempre di una
precisione discutibile, la più elementare prudenza, incitava a effettuarne un
gran numero e di prendere in conto solamente la media dei
risultati.
Per
tener in conto queste esigenze, abbiamo proceduto come
segue:
-
Stacciare
a secco la frazione superiore a 100 μ.
-
Stacciare
a secco la frazione compresa fra 50 e 100 μ. (con lo scopo di avere una
verificazione parziale sul seguito dell'analisi)
-
Applicazione
del metodo americano del densimetro per tutto ciò che è inferiore a 100
μ.
Quest'ultima
tecnica è basata sulla legge di Stokes. Consiste nel misurare la diminuzione di
densità apparente di 1 litro d'acqua distillata nella quale si sono sciolti,
dopo un lungo mescolio, 30gr di sedimento secco. Col passare del tempo, la
sospensione si deposita cominciando dagli elementi più pesanti, più grossi ed
idro-dinamici. La densità della mescola diminuisce dunque in funzione del tempo
che passa e si misura con un areometro di precisione. In seguito, grazie alla
legge di Stokes,
si esprime la curva ottenuta in termini di diametro delle particelle.
Naturalmente si devono osservare certe precauzioni ben precise: la temperatura
deve rimanere costante, si devono utilizzare gli stessi apparecchi ed i medesimi
recipienti per tutte le analisi di cui si dovranno comparare i risultati,
ecc...
Malgrado
tutte queste precauzioni, il metodo rimane approssimativo perché in primo luogo
la legge di Stokes
si applica perfettamente a delle particelle sferiche, ciò che non è il caso
della maggioranza dei sedimenti lacustri; in secondo luogo, la densità delle
particelle non è costante all'interno delle categorie considerate. Ma
l'interesse principale di queste misure di granulometria, consiste in poter comparare i campioni fra di
loro. D'altra parte, per alcune interpretazioni, i risultati non sono
discutibili giacché basati sulla legge di Stokes, come la sedimentazione stessa
sul fondo del lago: è evidente che, in una corrente carica di materie in
sospensione, gli elementi che si precipitano più rapidamente, che siano sferici
o no, si troveranno per primi e più ci si allontana dalla fonte della corrente,
più si troveranno i depositi a decantazione lenta.
Fig
5) Alcune analisi di granulometria dei sedimenti superficiali
Apparentemente,
i campioni si ripartiscono in due gruppi:
-
quelli
rappresentati tipicamente in C. Contengono abbondantemente delle particelle di
30 a 50μ di diametro.
-
Quelli
rappresentati dalla mostra F che contengono delle particelle un poco più fine,
fra 10 e 30μ di diametro teorico.
Il
limite fra queste due categorie è piuttosto confusa. Succede anche che siano
rappresentate tutte e due nel medesimo campione. È il caso in A e
B.
Se
si trascrivono questi risultati sulla carta topografica, si mette in evidenza
uno schema di ripartizione dei depositi che sembra sistematica e d'altra parte
logica:
Sul
pendio del "Monte" o, più generalmente, vicino alle rive, le particelle
relativamente grosse sono dominanti. Per contro ai piedi del "Monte", sono più
fini. Più al largo ancora, si trovano ben rappresentati gli elementi a deposito
più rapido fra gli elementi fini.
Malgrado
le restrizioni dovute all'imperfezione del metodo di analisi, due conclusioni
meritano di essere proposte:
1)
Secondo
lo stato attuale delle ricerche, sembra che le misure di resistività elettrica
siano legate alla granulometria dei depositi. Ma è ancora impossibile sapere se
si tratta di una coincidenza, di una relazione indiretta attraverso lo stato
chimico dell'acqua interstiziale o se si deve vedere là l'effetto vero della
frazione solida.
2)
Secondo
le leggi normali dello studio dei sedimenti, sembra che i depositi abbiano
almeno due origini differenti: una relativamente vicina, la riviera, le sponde.
Sono grossi vicino al bordo e
finissimi ai piedi del "Monte"; l'altra lontano e indeterminabile, i materiali
essendo portati dalle correnti dopo aver subito differenti classificazioni secondo la natura dei
granelli, meno facili da ricostituire. Nella regione studiata, questi ultimi
costituiscono i depositi del largo.
Questa
seconda conclusione è importante, raggiunge quella dedotta secondo le carte
geo-elettriche e lascia supporre l'esistenza di movimenti migratori dei
sedimenti superficiali. È venuto il momento di studiare il soggetto con dei
metodi di osservazione diretta.