Il lago Lemano
ricordi di un naturalista
di
Durante gli anni 1960, come quasi tutti i miei amici di quell'epoca, avevo un piede sul confortevole piumone universitario svizzero e l'altro nella ricerca scientifica. Questa situazione bipede mi dava delle grandi soddisfazioni.
A quell'epoca, nei nostri laboratori, non c'erano né computer, né materiale complicato. C'era un forte odore di acido cloridrico e dei pezzettini giallastri di intonaco, cadevano a volte sui microscopi di lettone. Per contro, c'erano delle migliaia di libri pieni di polvere che dovevamo consultare dall'alto di una magnifica scala scorrevole in legno verniciato.
L'ecologia non era ancora alla moda, l'avventura spaziale non aveva ancora cominciato veramente. Bisognava ancora scoprire la natura, un passo dopo l'altro, e per questo si aveva del rispetto per le osservazioni puntuali.
Malgrado ciò, i progressi tecnici avevano messo la loro impronta nelle nostre mentalità. Le scienze naturali, avevano spinto gli uomini della generazione precedente alla nostra, verso delle avventure incredibili. L'inseguimento di una farfalla rara, implicava dei mesi e dei mesi di viaggio in battello a vapore, delle cavalcate attraverso i deserti, dei fuochi da campo a base di escrementi di cammelle e degli zaini pieni di vocabolari che si leggono in controsenso.
Era la generazione dei nostri professori e, naturalmente ce n'era rimasto qualcosa.
Oggi giorno tutto ciò è cambiato. I satelliti versano fiumi di dati in continuo, questi sono poi esaminati in blocco dal computer. Certo, l'efficacia è molto più grande, ma il fascino artigianale, le belle cose fatte "a mano" è scomparso.
Ecco alcuni degli articoli che pubblicai in quel tempo. Ho dovuto riassumerli e semplificarli, ma ne ho conservato le idee principali e le conclusioni.
Indice
2) L'acqua ed il fondo del lago
3)
Ecologia e idrologia
(in via di
traduzione)