La nascita

del lago Lemano

 

di 

Olivier Gonet

dott. es scienza

 

 

 vedere pure: Formazione del Mediterraneo e del lago

 

vedere pure:  Le grandi glaciazioni  sul lago

 

 

 

 

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Le galee sul lago Lemano

 

 

Le prealpi

 

secondo il pittore svizzero

Alessandro Calame (1810 –18659)

Disegno su carta 33 x 26 cm (collezione dell’autore)

 

 

 

 

La germinazione

 

 

 

Duecento cinquanta milioni di anni fa, il lago Lemano, il suo magnifico contorno di montagne non esistevano! In quel tempo, il Brasile, l’Africa, l’Europa, l’India e l’Australia formavano una sola grande massa di terre emerse.

 

Come un punto minuscolo, sperduto in una parte dell’orizzonte di questo continente, erano la Svizzera Romanda e la Savoia, coperte da una foresta primordiale, lussureggiante, fitta ed abitata specialmente da grandi rettili di cui si ritrovano a volte delle tracce scolpite nella melma petrificata.

 

Ma come sempre, la natura è mutazione. Il clima si riscalda e sopratutto il continente si frammenta in vari pezzi separati gli uni dagli altri dal "Mare di Teti"

 

 

 

 

 

Il mar di Teti

secondo il pittore O.Gonet

(Olio su tela)

 

E' un mare immenso che si stende sino all'India e all'Himalaya ed il cui fondo non cessa di ondeggiare a causa dell'effetto dei moti convettivi che rimescolano la zona più profonda del globo e che sono il motore della "tettonica a zolle"

 

 

 

Una sezione del globo terrestre

 

 

 

 

 

 

 

In talune fasi emergono, per poco tempo, alcune isole in Svizzera ed in Savoia. Isolette di terra rossa, orlate di coralli e di lagoni verdi. Il clima è diventato temporaneamente tropicale. Poi esse spariscono nuovamente, sommerse dalle onde durante  ancora milioni di anni.

 

Nel frattempo, dei sedimenti si accumulano lentamente sul fondo del mare di Teti. Sono i residui della vita e della morte nell'acqua. Uno strato che aumenta di uno a dieci centimetri ogni 10millenni ...mille a formare diecimila metri di spessore ogni cento milioni di anni.

Questi enormi strati di sedimenti sono la materia prima delle future Prealpi lemaniche. Sono anche uno straordinario cimitero marino che contiene delle quantità incredibili di animali fossilizzati.

 

 

 

 

240 milioni di anni della storia del Mar di Teti

 

Sezione SE-NW nella zona in cui si sono depositati i sedimenti marini delle future

Prealpi Lemaniche

 

 

 

Attenzione: in questa animazione, le profondità sono esagerate

 

 

 

 

*  *  *

 

Il caos spaventoso che regna nell'interno del pianeta è inimagginabile: temperature disumane, ribollimenti mostruosi, digestioni colossali, vortici infinitamente lenti e potenti prodotti da pressioni diaboliche. Esplosioni liquide della durata di milioni di anni ed una temperatura di migliaia di gradi.

 

Soltanto la sottile crosta terrestre si è raffreddata e solidificata. Ma è soltanto uno strato sottilissimo che galleggia come un iceberg sopra un inferno. E questa crosta si frantumerà, andrà alla deriva e si urterà contorcendosi.

 

 

 

Deriva delle "zolle tettoniche"

 

 

 

 

 

Se questa mostruosa collisione dei continenti è all'origine dei rilievi alpini, questo è dovuto alla differenza di densità fra gli strati superficiali (2,4 a 2,7) e gli strati inferiori con una densità più forte (3,2 a 3,5). Gli strati più leggeri, non potendo affondarsi, si scavalcano e si accumulano gli uni sugli altri creando dei rilievi.

 

 

Sezione della collisione

 

 

 

 

 

 

Localizzazione di questa sezione:

 

 

 

 

 

Se la massa dei sedimenti marini del mar di Teti ha potuto spostarsi al di là dell'Europa per più di 150 chilometri verso il N-W , questo è dovuto al fatto che i depositi poggiavano sopra placche tettoniche in movimento; quindi sono scivolati, per semplice gravità, sui fianchi dei massicci cristallini in sollevamento.

 

Tutto ciò sembra incredibile, ma la durata dei tempi geologici è enorme. La conoscenza che habbiamo dei nostri paesaggi familiari è paragonabile aquella di un insetto la cui vita ha la durata di qualche frazione di secondo. Ossevando le onde che si infrangono sulla riva, poveretto, le crederebbe immobili. Noi, ammirando le nostre montagne, commettiamo lo stesso errore!

 

 

 

    

 

 

 

Davanti alle masse sedimentarie in movimento, si stende una vasta zona di penepiano ruscellante di acqua dolce.

 

 

La pianura mollassica

 

 

 

Il mare "mollassico" secondo il pittore

O.Gonet

 

 

 

 

Qui, secondo i capricci dei ruscelli e degli stagni, si deposita la famosa molassa, con la quale è stata costruita la cattedrale di Losanna, ed il flysch ancora più duttile. Insieme hanno avuto il ruolo di lubrificante, insinuandosi fra l'enorme massa delle Prealpi e la vecchia base autottona.

 

Nel raggiungere le posizioni attuali, le montagne possono provocare degli affondamenti. La base sulla quale scivolano non è omogenea. Resiste più o meno bene al sovrappeso. La riva savoiarda del Rodano affonda di circa 600 metri.

(consultare anche la documentazione scientifica ) E`l'origine della conca lemanica.

 

La riva destra, resiste meglio, ciò che preserva la Pianura Svizzera.

 

 

Il Peso incredibile delle Prealpi

 

 

 

Il peso incredibile delle Prealpi francesi ha scavato la prima fossa lemanica su una profondità di circa 600 metri

Le Prealpi secondo O.Gonet

olio su tela  ( 60 x 30 cm )

 

 

In a monte, questo bacino è preceduto dal valle del Rodano che è un immenso strappo: Scivolando sui fianchi di granito, la copertura di sedimenti si rompe in due parti indipendenti l'una dall'altra. Al nord le Prealpi romande, al sud le Prealpi francesi e fra le due il valle del Rodano a partire da Martigny.

 

 

 

 

Dettaglio curioso: fra le labbra dello strappo, ci sono alcune squame che si sono staccate e sono rimaste indietro. E' il caso, per esempio, della deliziosa collinetta di San Trifon, attualmente coperta da vigne e boschetti. E' cosí silenziosa e calma che si potrebbe sentire un gatto fare le fusa.

 

All'origine, questa collina era una grossa protuberanza della vasta ferita del Rodano. Trascinata, chi sa da dove, dalla montagna madre, si è talmente strofinata sul fondo del valle, che si è rotta e staccata. Gli ultimi vincoli con la montagna in movimento, l'hanno spinta e coricata su un fianco come il relitto di una nave naufragata.

 

 

Situazione della collina di San Trifon

nel valle del Rodano

 

 

 

 

Questo dettaglio, scelto fra tanti altri, illustra bene il succedersi degli eventi che dobbiamo immaginare, ammirando la bellezza delle enormi masse Prealpine, eventi che hanno portato alla formazione delle stesse.

 

 

*  *  *

 

Guardate ora la forma generale del lago Lemano, la morfologia dei vicini rilievi, la direzione del valle del Rodano, sono il risultato perfettamente logico di questa drammatica storia geologica che si prolunga per diecine di milioni d'anni.

 

(vedere anche: Documentazione scientifica)

 

 

 

Morfologia del bacino lemanico

in relazione alle Prealpi

 

 

 

Ci mancano ancora alcuni dettagli: quelli che saranno scolpiti da una nuova serie di straordinarie catastrofi naturali.  

 

 illustri studiosi si sono interessati alle origini delle Prealpi: M.Lugeon, E.Gagnebin, H.Badoux  per parlare solo dei primi. Più modestamente io stesso ho redatto la mia tesi di Laurea sotto la guida amichevole di H.Badoux  e di E.Poldini.)Bibliografia

 

 

 

 

Le grandi glaciazioni

 

Da almeno tre milioni di anni, il clima del pianeta non ha cessato di oscillare fra il caldo ed il freddo.

 

La penultima grande glaciazione, quella di Riss, cominciò circa 200 mila anni fa.

 

Il piccolo ghiacciaio del Rodano cominciò a crescere ed a scivolare. Spinse davanti a lui un mucchio di pietre, di tronchi d'albero strappati alle montagne. Il ghiaccio si accumulò su uno spessore di 1400 metri e venne ad inciampare sui declivi del Jura, anche lui trasformato in calotta glaciale. Quindi si divise in due masse: l'una scivolò al di là di Ginevra sino a sfiorare l'attuale periferia di Lyon, l'altra si allungò su tutta la Pianura Svizzera, sino a Soleur nella svizzera tedesca.

 

Al suo parossismo, la glaciazione congelò talmente l'acqua che il livello del mare si abbassò di più di 100 metri!

 

  Animazione della glaciazione di Riss

 

 

 

 

 

Poi il sole ritornò sulla terra ed il disgelo cominciò. Si ebbero dei crolli di masse di ghiaccio, degli scricchiolii di montagne. Lentamente il ghiacciaio del Rodano ritornò nella sua valle. I campi di fango fiorirono. Ecco apparve il muschio e poi l'erba. Fu una primavera!

 

Ma è solo un "intergliaciale". Presto gli inverni si rifanno più rigidi, le estati più brevi ed il ghiacciaio ritorna a stendersi sulla pianura.

 

Poi un nuovo riscaldamento seguito dal ritorno del freddo.

 

In totale tre episodi per la storia della sola glaciazione di Riss che si concluse  130.000 anni fa.

 

 

*  *  *

 

Segue un lungo periodo caldo. Talmente caldo che gli ippopotami salirono dall'Africa sino all'Inghilterra!

 

Poi venne una nuova glaciazione, quella di Wurm, che cominciò circa 70.000 anni fa.

 

 

 

Animazione della glaciazione di Wurm

 

 

 

 

Un breve riscaldamento, 40.000 anni fa, permette all'uomo Neandertaliano di fissarsi nella regione.

 

Sono soltanto poche tibu venute dal lontano Est. Questi uomini accendono gran fuochi all'ingresso delle grotte del Salève e di Scex, vicino a Villeneuve. Con l’aiuto di pietre silicee forgiano armi primitive, gioielli rudimentali. Disegnano col sangue e col carboncino qualche immagine di animali. Ma devono affrontare l'ultimo periodo di gran freddo conosciuto, 20.000 anni fa.

 

Poi il ghiaccio sparisce di forma stranamente brutale: il livello dei mari aumenta rapidamente, più di 4 metri al secolo! Il limite dei ghiacciai indietreggia di vari chilometri all'anno!

 

 

Numerosi animali, fra i quali il mammut, le renna, la pernice delle nevi, migrano verso il nord dell' Europa e l'uomo, che sa solamente cacciare, li segue.

 

Allora il silenzio e l'abbandono invadono le rive selvagge del lago.

 

Questa straordinaria storia è talmente drammatica che è difficile immaginarla nel quadro amabile dei nostri paesaggi lemanici. Pertanto, queste dolci colline inclinate sotto i vigneti, queste tenere ondulazioni vellutate di abeti, queste lunghe spiagge picchiettate di pioppi, sono le impronte lasciate dal mostro.

 

Mille cinquecento metri di spessore di ghiaccio hanno colato a fiotto continuo, durante secoli, sulla conca lemanica affondata sotto il peso delle Prealpi.

 

In alcuni punti, questa mano gigantesca ha graffiato le rocce che la contenevano nel valle del Rodano e la Pianura Svizzera. In altri punti, ha depositato immense quantità di morene, strappate alle Alpi , che hanno riempito le principali depressioni del paesaggio.

 

L'ultima glaciazione ritirandosi, lasciò il lago Lemano più o meno come è oggi, ma la sua profondità, parzialmente riempita da morene e da sedimenti, fu ridotta a 300 metri circa, in un paesaggio distrutto.

 

 illustri studiosi si sono interessati alle origini delle Prealpi: M.Lugeon, E.Gagnebin, H.Badoux  per parlare solo dei primi. Più modestamente io stesso ho redatto la mia tesi di Laurea sotto la guida amichevole di H.Badoux  e di E.Poldini.)Bibliografia

 

 

E poi il sole fece rivivere le piante e gli animali. All'inizio una povera vita: rachitica, flagellata dai venti freddi che soffiano ancora sulla polvere del disgelo, ma comunque una vita che si aggrappa alle morene, si trascina nelle valli, si arrampica lungo i fiumi ed i torrenti.

 

 

 

 

La calma delle origini

imaginata dal pittore O.Gonet

olio su tela (105 x 57 cm.)

 

 

Nello stesso momento, nel lontano Mediterraneo, grandi civiltà nascono e si sviluppano. In Egitto, a Babilonia si inventa la scrittura, si costruiscono le prime grandi città del mondo caldeo: Ur, Mari. Delle città splendide, brulicanti e crudeli. Laggiù si inventa, si ride, si riflette, si gode  la vita.

 

Nella Svizzera Romanda, poche famiglie molto povere attraversano di nuovo la grande foresta, rioccupano la riva del lago e iniziano la costruzione dei primi villaggi su palafitte.

 

E’ l’inizio della lunga e misteriosa storia dei Lacustri

 

Ecco il paese di Vaud e la Savoia dell’era Neolitica. Ecco  i cervi ed i caprioli che corrono tra gli alberi: i faggi e gli abeti. Dei camosci, delle capre selvatiche si arrampicano sopra i fianchi. Degli stambecchi, delle alci   vengono a bere sulla riva del lago. In una radura ecco una famiglia di cinghiali, dei buoi muschiati.

 

I primi abitanti del lago si sono dovuti battere con l’orso bruno e con i lupi. Hanno difeso il loro villaggio e le loro provviste contro la volpe, il tasso, la faina, la martora, la puzzola, l’ermellino, la lontra e il gatto selvatico proveniente anche lui dall’oriente.

 

Ma la vita, malgrado tutto era facile. La grande foresta forniva in quantità piccola selvaggina: la lepre, i topi di campagna, il castoro, lo scoiattolo, il riccio e, nel lago stesso, all’ombra dei ponti del villaggio di palafitte, i pesci.

 

Attraverso innumerevoli generazioni, la vita degli uomini si stava lentamente perfezionando. I primi abitanti del lago erano cacciatori e pescatori. A poco a poco  impararono a disboscare per coltivare. I villaggi si sono così moltiplicati. Una curiosità…la loro posizione corrisponde a quella  dei paesi attuali: Cully, Lutry,Vidy, Saint Sulpice, Morges, Saint Prex, Rolle, Nyon Coppet, Les Pâquis, les Eaux-Vives, Nernier, La Coudrée, Thonon etc…

 

Nelle epoche più floride delle civiltà lacustri, alcuni di questi villaggi sono diventati molto grandi: La Morges lacustre fu abitata da una popolazione dell’ordine di millecinquecento anime. Evidentemente gli abitanti di una città così grande si dovettero dividere i mestieri e ciò è considerato dall’archeologo come un progresso decisivo nell’evoluzione di una società.

 

C’era il vasaio, che ignorando l’uso del tornio, foggiava l’argilla con le sue mani per fare vasi di tutti i tipi .Vi disegnava dei fregi rudimentali: a volte, semplicemente l’impronta delle sue dita, a volte dei galloni delle croci e delle croci uncinate. A quel tempo la croce gammata si ritrovava nell’arte di tutti i popoli: In Grecia come in India; in Giappone come in America e nessuno sa perché.

 

Con le corna del cervo, lo scultore lacustre foggiava delle frecce dentate, degli arpioni ma anche forbici e pettini. Dall’osso limava dei pugnali, dei punteruoli. Dal legno ricavava delle coppe, degli utensili (cucchiai, forchette). Il filatore conobbe l’uso del fuso per torcere il filo di lana. Il  tessitore possiede un telaio primitivo. Il carpentiere non costruisce solo i villaggi, sa anche scavare ammirevoli canoe di cui le più grandi misurano fino a dieci o quindici metri di lunghezza. Pressappoco  la stazza dei nostri yachts attuali sul lago.

 

 

 

Il piccolo mondo dei lacustri

secondo il pittore

O. Gonet

olio su tela  (60x40 cm. )

 

 

Nell’ultimo secolo i resti di una di queste imbarcazioni lacustri si trovavano ancora sepolti a metà, sul fondo del lago a Morges. Verso il 1820, alcuni giovani hanno creduto di poterla ripescare, ma vi hanno messo tanta forza, hanno tanto tirato che il relitto ha finito col rompersi in due parti. L’una, abbandonata sulla riva è marcita velocemente senza lasciare alcun ricordo.

 

L’altra, che era rimasta nel suo letto di melma, si conserverà perfettamente intatta. Con mille precauzioni essa fu recuperata nel 1877 e sistemata nel Museo Archeologico di Ginevra .

 

E’ certamente la più antica imbarcazione del lago.

 

Uno dei primi archeologi ad interessarsi ai Lacustri, è stato Desor. Egli passeggiava  un giorno in riva al lago quando incontrò una fanciulla che portava al polso un antico braccialetto lacustre. Le domandò naturalmente da dove provenisse il suo gioiello. Ella  rispose di averlo trovato sulla riva, tra due sassi, e senza immaginarne l’origine, gli aveva restituito spontaneamente la sua funzione antica di gioiello raffinato.

 

Poveri lacustri! Gli avvenimenti preistorici che hanno provocato la loro caduta e la loro scomparsa restano ancora oggi sconosciuti, per quanto io sappia.

 

L'autore avrebbe molto piacere a leggere i vostri commentari, critiche o suggestioni (e-mai: ogonet@ctv.es). Vi assicuro che vi risponderà personalmente.

 

 (consultare anche Memorie di un naturalista )

 

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